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Sulla natura del dolo richiesto per la configurabilità del delitto di tentato omicidio

Tribunale di Nola, giudice dr. Aurigemma, sent. n. 16/23, ud. 20.01.2023

Nel reato di tentato omicidio, l’elemento soggettivo del reato non deve necessariamente consistere nel dolo intenzionale, potendo ricorrere il cd. animus necandi (inteso quale criterio finalistico della volontà dell’agente di causazione della morte del soggetto aggredito) anche qualora l’agente, pur rappresentandosi l’evento morte come possibile o probabile conseguenza della propria condotta, in alternativa alle ‘semplici’ lesioni, l’abbia, ciononostante, deliberatamente poste in essere, prefigurandosi e volendo determinare, indifferentemente, l’uno o l’altro dei due possibili risultati della condotta stessa, agendo cioè con dolo alternativo”

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